Il colore ci può influenzare emotivamente, psicologicamente ed anche fisicamente, spesso indipendentemente dalla nostra volontà. Il colore nel film può costruire l’armonia o la tensione all’interno di una scena, o portare l’attenzione ad un tema chiave.
Quando racconti una storia, i colori possono:
- Suscitare reazioni psicologiche nel pubblico.
- Disegnare lo stato di interesse su dettagli significativi.
- Impostare il tono del film.
- Rappresentare i tratti del carattere dei protagonisti.
- Mostrare cambiamenti o archi temporali nella storia.
Le tre componenti principali del colore sono tonalità, saturazione e valore.
Hue – il colore stesso. Saturazione – intensità del colore. Value – l’oscurità o la leggerezza di un colore. Elemento che ne determina la pastosità trasportando le tinte verso la plasticità o la pastellosità che si vuole donare al racconto.
Ormai la scienza che studia la psicologia del colore, che abbraccia diverse branche della psicologia e della biologia (quindi non solo della pura tecnica cinematografica), ha raggiunto una canonizzazione ben definita, tanto che possiamo affermare che esiste un codice Colore/Emozione a cui corrisponde una casistica “induttiva” secondo cui molti spettatori avranno reazioni prevedibilmente simili tra loro osservando gli stessi colori. Un forte colore rosso ha dimostrato di aumentare la pressione arteriosa, mentre un colore blu suscita un effetto calmante. Tutto questo permette al Cinematographer di raccontare in maniera coeva le emozioni che devono essere raccontate all’interno di una scena, o in tutto il film.
GALLERY
Nello spot per il festival internazionale di musica contemporanea DISORDER, girato nel 2017 con la Regia di Valeria Gaudieri, il Rosso e l’oro sono i colori dominanti, ma il Value dell’insieme restituisce una condizione plastica necessaria a raccontare questo vestibolo in cui si incontrano due universi paralleli.
UN PUNTO DI PARTENZA
Anche se i colori hanno convenzioni associate, non è dogmatico. Non esistono regole assolute per la selezione del colore. In definitiva, la reazione dello spettatore al colore dipende da come è definito all’interno del film.
Per esempio, nel sesto senso, Shyamalan usa il colore rosso per rappresentare la paura, il terrore e la premonizione, mentre in Pleasantville, David Lynch utilizza il rosso per rappresentare la speranza, l’amore e la sensualità. Di norma la teoria dei colori dovrebbe essere compresa dai registi, ma mai vista come una limitazione.
Balanced Color Schemes
Anche se i colori singoli, ricorrenti possono contenere un significato più profondo, una palette di colori più esplicita (alias “color scheme”) è molto efficace nel comunicare il contesto tematico. I sistemi di colori equilibrati si riferiscono alle relazioni armoniose dei colori su una ruota colore. Un film dai colori equilibrati promuove un tono credibile, seppur formalmente innaturale. I quattro tipi di regimi di colori più comuni sono descritti di seguito.
Monocromatico
I sistemi di colori monocromatici sono sfumature di un colore unico come rosso, rosso scuro e rosa, etc. Creano un sentimento profondamente armonico, soffice, rilassante.
THE MATRIX è un buon esempio di un sistema di colori del film monocromatico. Quasi tutte le scene del mondo di THE MATRIX hanno un’Hue verde. Sfumature di verde permeano tutto nell’immagine per creare un effetto innaturale, “lulling” (rappresentativo di questi “addormentati” all’interno di matrix).
Complementari
I colori complementari sono in completa opposizione sulla ruota colore, il loro “accostamento” in un’immagine crea risultati inaspettati sia dal punto di vista del “messaggio” che della profondità cromatica (che annulla i limiti bidimensionali dell’immagine) nella scena.
Nelle foto sotto, l’arancione e blu sono colori complementari comunemente usati in molti film di blockbuster. L’opposizione tra i colori spesso è associata al conflitto, sia interiore che esterno.
Non importa la selezione dei colori, i colori complementari combinano colori caldi e freddi per produrre una tensione di alto contrasto, vibrante nel film.
Analoghi
I colori analoghi sono i vicini della ruota (ovvero rosso/violetto o verde giallo/Lime). Poiché i colori non hanno il contrasto, l’accostamento dei colori complementari crea un’esperienza di visione armonica e smoot. I colori analoghi sono prevalentemente presenti in paesaggi e spesso si trovano facilmente in natura. Un colore può essere scelto per dominare, un secondo per sostenere, ed un terzo (insieme ai neri, ai bianchi ed alle tonalità di grigi) all’accento.
Triadic
Colori vibranti e colorati, i colori triadici sono tre colori disposti in modo uniforme intorno alla ruota dei colori (cioè rosso, blu e giallo). Un colore dovrebbe essere dominante e gli altri sono riempitivi. Il Triadic è uno dei programmi di colore più comune per i film, ma può essere impressionante e vivace anche quando le hue sono desaturate.
DISCORDANT COLOR SCHEMES
La discrezionalità colorimetrica è una scelta deliberata dal Cinematografer per deviare dai regimi di colori cinematografici citati sopra per richiamare l’attenzione, per quanto questo sia suggerito o meno dalla Sceneggiatura o dal trattamento dell’opera filmica. I colori discordanti possono aiutare un personaggio, un dettaglio o un momento in particolare a parte dal resto del film. Per esempio, il colore blu di Amelie, o il colore rosso del sesto senso.
Ci sono esempi ancor più espliciti come l’uso del colore, a volte virato fino a cambiarne completamente la sua naturale associazione (il sangue giallo in Sin City, etc). Questi possono definirsi dei veri e propri monoliti all’interno di una narrazione filmica, perché hanno l’intenzione di colpire e stravolgere la percezione visiva e cognitiva dello spettatore, volendo porre una firma assoluta del Regista e del Direttore della Fotografia. Un esempio eccellente è il giacchino Rosso della bimba ebrea ad Auschwitz in SHINDLER’S LIST.
Usare colori associativi per rappresentare personaggi e temi
Dopo aver considerato la teoria dei vari componenti, ora possiamo “guardare” a colori selezionati su scala più ampia, non solo in una scena, ma nel corso dell’intera storia.
Quando un colore o un regime è ricorrente a carattere specifico, oggetto, luogo o tema, diventa un simbolo. Questo è visto in molti film di tipo iconico. E torniamo, quindi, al concetto più ampio di codificazione del linguaggio cinematografico di cui sopra, ma nell’accezione tecnico/artistica della sua divulgazione filmica.
Gli esempi ed i parallelismi sono molteplici, tutto ruota attorno al Bene ed al Male, alle associazioni emozionali che da bambini facciamo con i colori in conformità con la natura che ci circonda ed il mutare delle stagioni dell’anno e della vita umana. Gli esempi fotografici di seguito sono assolutamente calzanti e i cartoni animati come i film di Animazione ne sono la massima espressione.
Le teorie del colore dovrebbero essere comprese dai registi e mai viste come limitazione.
L’uso dei Colori Transitivi per indicare un Cambiamento
Questa tecnica si adopera spesso nelle serialità ed è facilmente riconoscibile, una palette o uno dei colori ricorrenti nel corso del film, spesso rappresenta una trasformazione nel personaggio, nella storia o nel tema. Questo è un modo molto efficace per comunicare in maniera subliminale un personaggio o una storia (arco temporale) in modo visivo. Spero di non spoilerare a nessuno la chiave di lettura dei personaggi di alcune serie o film ad episodi pubblicandone le foto.
Il Professor Whitman è un esempio eccellente, da brillante ma squattrinato docente di chimica si trasforma nel più grande Narcotrafficante di tutti i tempi e la fotografia segue di pari passo tutta l’evoluzione del personaggio nella serie. Ce ne sono tanti altri illustri esempi nella storia del cinema.
Mentre molti schemi di colori cinematografici possono mostrare un effetto universale sul pubblico, non c’è davvero nessuna risposta magica o “giusta” quando si tratta di scegliere la Palette colore del tuo film.
Alla fine, spetta al regista definire le implicazioni emotive della sceneggiatura, guardare alla teoria del colore universale è un primo passo importante per definire il campo in cui il Messaggio del film viene creato.
In questo Frame del film Fino ad Essere Felici di Paolo Cipolletta, di cui sono stato il Cinematographer, l’immagine (senza color ma con CDL realizzata con Foolcontrol sul set), che ritrae il giovane Tommaso (interpretato da Giuseppe Pirozzi), ha una palette dominante calda che rappresenta l’ambiente familiare (il nido) dove irrompe la nuda ed algida tecnologia senza filtri che raggela il volto del giovane coprotagonista.
Vi consiglio di approfondire l’argomento attraverso alcuni testi e blog di cui inserisco il link. Grazie per la vostra attenzione.
BIBBLIOGRAFIA
Manuale di cinematografia professionale: 2
Manuale di cinematografia professionale: 3